mercoledì 3 gennaio 2018

Era tutta una bugia, dall'inizio alla fine.




I documenti declassificati dell’archivio nazionale della sicurezza dell'università George Washington (Stati Uniti) provano: a cavallo tra gli anni 80’-90’ del XX secolo, i politici occidentali avevano ripetutamente promesso all'allora Presidente dell'URSS Michail Gorbaciov, che la NATO non sarebbe avanzata verso est e non si sarebbe avvicinata ai confini sovietici.

Il primo a promettere fu il presidente degli Stati Uniti George Bush senior al vertice di Malta nel mese di dicembre del 1989. «Non ho intenzione di salire sul muro di Berlino», sottintendendo Bush al fatto che gli Stati Uniti non avessero intenzione di utilizzare il crollo del sistema socialista in Europa Orientale a danno dell'Unione Sovietica.

IL 9 febbraio 1990, l’allora segretario di stato USA James Baker durante i colloqui con Gorbaciov aveva confermato: gli Stati Uniti non vedono (i Paesi ndT) l’Europa post socialista nella NATO e non hanno intenzione di rompere l'attuale architettura della sicurezza.

Poco prima, il 31 gennaio 1990, il ministro degli esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher, in un discorso in Baviera aveva sottolineato: «i cambiamenti nell'Europa dell'Est e il processo di unificazione della Germania non devono danneggiare la sicurezza nazionale dell'URSS». Aveva anche escluso la possibilità di posizionare unità della NATO nella Germania dell'Est. Più tardi questa posizione venne definita chiama «formula Gensher» e James Baker durante i colloqui con Gorbaciov tre volte aveva ripetuto come un mantra: «la presenza militare della NATO non si muoverà di un pollice in direzione est».

Il cancelliere federale Helmut Kohl, il presidente Francese François Mitterrand, il primo ministro Britannico Margaret Thatcher e il segretario generale della NATO Manfred Werner avevano detto a Gorbaciov lo stesso. Inoltre, avevano promesso al leader sovietico che l'URSS sarebbe diventato parte di un sistema europeo di sicurezza che finalmente avrebbe messo fine alla guerra fredda. Era tutta una bugia, dall'inizio alla fine.

E dopo un quarto di secolo, nel mese di aprile 2014, l'ufficio stampa della NATO aveva dichiarato: «i funzionari russi sostengono che i rappresentanti di Stati Uniti e Germania avevano promesso nel 1990 la non espansione della NATO in Europa Centrale ed Orientale, la non costruzione di infrastrutture militari ai confini russi o lo spostamento di truppe entro una basi permanenti ai confini russi. Tali promesse non sono mai state fatte e non è possibile confermare le dichiarazioni russe».

Nei rapporti con la Russia le menzogne dell'Occidente sono state e rimangono il metodo di comportamento.

 


 

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