giovedì 27 luglio 2017

COMUNICATO STAMPA GIM-UNIMPRESA





COMUNICATO STAMPA GIM-UNIMPRESA 

A seguito dell’approvazione da parte del Congresso dei Rappresentanti USA di nuovi provvedimenti volti all’inasprimento delle sanzioni politiche ed economiche contro la Federazione Russa vogliamo esprimere la nostra preoccupazione sia per i contenuti di dette sanzioni che per gli effetti molto negativi che sono destinate a produrre nei rapporti economici tra i nostri paesi e la Russia.

Il contesto in cui questi nuovi provvedimenti sono stati messi in essere pare essere ispirato soprattutto da logiche interne di questo paese. Tuttavia vengono messe in discussione regole e procedure del commercio internazionale ed importanti interessi economici dell’Europa.

Non siamo ancora in grado di esaminare nel dettaglio i contenuti delle nuove sanzioni, ma da un primo esame dei titoli del provvedimento emerge un forte rischio per molte aziende europee e italiane, per le loro attività commerciali e ancor più per gli investimenti messi in essere e programmati negli ultimi anni. Oltre a questo fa una certa impressione il tentativo di imporre nuove strategie di approvvigionamento energetico per i Paesi Europei, orientate alle fonti americane, per altro assai meno convenienti di quelle esistenti.

Auspichiamo che le autorità del nostro Paese e l’Unione Europea sappiano reagire, nei modi più appropriati e con forte determinazione, a questo incredibile tentativo di mettere in ginocchio le nostre economie e facciano tutto il possibile per ripristinare un clima di confronto e di dialogo costruttivi, basati sul realismo e sul rispetto degli interessi di tutte le parti.

Mosca 27/07/2017



Trump ha accusato l'Ucraina di aver sabotato la sua campagna elettorale





Trump ha accusato l'Ucraina di aver sabotato la sua campagna elettorale 


Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump afferma che l'Ucraina è sabotato la sua campagna elettorale.

Ha scritto questo su Twitter.

Secondo Trump questi atti dell’Ucraina avevano lo scopo di promuovere la candidatura del suo concorrente Hillary Clinton.

Il leader degli Stati Uniti ha esortato il Procuratore generale USA di indagare su questo caso.

"I tentativi dell’Ucraina di sabotare la campagna elettorale di Trump" tentando lentamente a promuovere la Clinton. "Dove è l'indagine del Procuratore generale?" - ha scritto

Trump ha aggiunto che il Procuratore generale Jeff Seshns ha preso una posizione molto debole in relazione ai reati della Clinton e alle perdite Intel.


Gli sforzi ucraini per sabotare la campagna di Trump - "lavoro tranquillo per aumentare

Clinton." Allora, dove è l'indagine A.G. @seanhannity

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) July 25, 2017


Come è noto, in precedenza, un candidato per il posto di direttore del FBI Kristofer Rey aveva promesso di verificare se l'Ucraina fosse intervenuta nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti.

Nel numero di gennaio di Politico, citando alcune fonti, è stato riferito che i funzionari ucraini hanno cercato di influenzare le elezioni presidenziali aiutando a vincere il candidato democratico Hillary Clinton.








mercoledì 26 luglio 2017

MERANO: OLTRAGGIO ALLA RUSSIA





MERANO, PALAZZO ZARENBRUNN TORNI ALLA COMUNITÀ RUSSA, CENTRO D'ACCOGLIENZA OLTRAGGIO ALLA RUSSIA

Palazzo Zarenbrunn in via Schaffer a Merano fu costruito in stile classicistico dall'architetto meranese Tobias Brenner, per volontà e grazie all'ingente lascito della ricca duchessa moscovita Nadezda Ivanovna Borodine, che aveva a lungo soggiornato a Merano per curarsi della tubercolosi, così come fin dalla fine del 1700 soggiornarono a Merano molte facoltose personalità russe che intendevano beneficiare delle favorevoli condizioni climatiche offerte dalla città. 

Il complesso Zarenbrunn ospita, sotto la cupola a bulbo, la chiesa ortodossa di S. Nicola Taumaturgo, con iconostasi lignea e una preziosa collezione di icone, arredi sacri, testi in diverse lingue, documenti e testimonianze riguardanti la comunità russo-ortodossa che risiedeva stabilmente o soggiornava stagionalmente a Merano.

La struttura è di proprietà della Provincia autonoma di Bolzano che lo scorso anno ha reso noto di voler concedere per 9 anni i locali di Villa Borodine alle associazioni russe altoatesine, e di voler voler affidare la chiesa al Coordinamento delle chiese russe-ortodosse d'Italia, scelte a parer nostro del tutto corrette e condivisibili, rendere fruibile ai cittadini la struttura ed in particolare affidarla alla comunità russa locale pare giusto, saggio e doveroso. 

Al contrario, apprendiamo con disappunto in queste settimane attraverso gli organi d'informazione che le intenzioni della Provincia e dell'Amministrazione comunale siano cambiate drasticamente, e che intendano destinare lo stesso palazzo storico all'accoglienza degli immigrati che giungeranno in Alto Adige. 

Ebbene, questa scelta è a parer nostro del tutto inaccettabile, non intendiamo entrare nel merito delle politiche sull'immigrazione che intendono adottare le Amministrazioni locali, ma non possiamo assistere silenti alla trasformazione di uno dei più importanti e storici contributi architettonici della cultura russa nel nostro Paese in un centro d'accoglienza per migranti. Esisteranno certamente luoghi più consoni sul territorio meranese. Palazzo Zarenbrunn e la chiesa di San Nicola devono tornare nella disponibilità della cittadinanza meranese ed essere affidati alla comunità russa, i quali antenati hanno voluto e donato quest'importante complesso alla nostra Terra. Una scelta così inopportuna come quella che si accingono a fare Provincia e Comune, dimostrando una scarsa sensibilità circa il valore storico-artistico e simbolico della struttura, rischia seriamente di essere interpretata come un'offesa per l'intera comunità russa in Italia e un oltraggio nei confronti della Russia stessa. Auspichiamo vivamente che il progetto d'accoglienza a palazzo Zarenbrunn venga al più presto abbandonato e che si possa tornare sulla strada intrapresa nel 2016, restituendo così una volta per tutte l'area a chi la ha a cuore. Con la presente porteremo a conoscenza di quanto sta per accadere anche le Autorità russe, italiane e la diplomazia che si occupa delle relazioni tra Italia e Russia.

I firmatari del presente si costituiscono in Comitato, dando vita a partire da oggi ad un movimento d'opinione che persisterà in iniziative finalizzate alla restituzione di palazzo Zarenbrunn alla Comunità Russa, il Comitato verrà soppresso soltanto una volta che la situazione verrà risolta.



Negli Stati Uniti un americano si è rifiutato di volare in un aereo con un cittadino russo a causa dell' "occupazione" della Crimea





Negli Stati Uniti un americano si è rifiutato di volare in un aereo con un cittadino russo a causa dell' "occupazione" della Crimea


L'ambasciata russa negli Stati Uniti sta prendendo in verificando i dettagli dell'incidente che coinvolge un uomo che ha detto di essere stato sbarcato da un aereo per il fatto di essere un cittadino della Federazione Russa.

L'Ambasciata russa negli Stati Uniti sta analizzando l'incidente che ha coinvolto un uomo che ha affermato di essere stato sbarcato su richiesta di un altro passeggero per il solo fatto di essere cittadino della Russia e "occupante la Crimea". "Cacciato da un aereo della Delta Airlines !!! Volo 1588 Seattle ... Atlanta.

Per il solo fatto di essere un cittadino della Russia. Questo non è uno scherzo ... I passeggeri vicini si sono rifiutati di volare con me, perché, secondo loro io sarei un occupante della Crimea, così come tutti gli altri russi ... La Delta Airlines ha sostenuto queste affermazioni. Di conseguenza ho dovuto prendere un altro volo, molto più tardi " scrive su Facebook un utente a nome di Andre Eremin. Eremin aggiunge di vivere negli Stati Uniti da 22 anni.

L'Ambasciata russa ha contattato la Delta Air Lines per un commento sulla questione "Stiamo indagando su questo incidente" ha detto una portavoce della compagnia Delta Air Lines Elizabeth Volf. La Crimea si è unita alla Russia nel 2014 dopo un referendum in cui i favorevoli sono stati il 97% dei votanti della penisola. Nonostante questo la riunione non è stata riconosciuta dalla maggior parte dei paesi occidentali, tra cui l'Unione europea che in seguito ha imposto sanzioni economiche e politiche verso Mosca in relazione a questo.





martedì 25 luglio 2017

«Per Putin l’Europa è un partner naturale. Ma è il rispetto ciò che si attende»





Ragaglini: «Per Putin l’Europa è un partner naturale. Ma è il rispetto
ciò che si attende»

L’ambasciatore a Mosca: «Ha risollevato il Paese. Dopo l’implosione dell’Urss, la Russia si è trovata sull’orlo del fallimento, depredata delle sue risorse»

«Penso che il presidente Putin veda nell’Europa un partner naturale. La cosa che lui e i russi si aspettano dalla comunità internazionale è il rispetto. Non è solo una questione sentimentale. In realtà racchiude una parabola. Dopo l’implosione dell’Urss, la Russia si è trovata sull’orlo del fallimento, depredata delle sue risorse, destabilizzata, indebolita militarmente, privata del suo status di grande potenza, dominata da un senso generale di insicurezza. Putin ha risollevato il Paese e dopo la crisi ucraina, vissuta come l’ultima umiliazione, ha tracciato una linea rossa».

Cesare Ragaglini è uno dei migliori diplomatici italiani. Sessantaquattro anni, laureato in Scienze politiche alla Cesare Alfieri a Firenze, in carriera dal 1978, è stato consigliere diplomatico a Palazzo Chigi, sherpa per il G8 e rappresentante permanente alle Nazioni Unite. Dal 2013 è il nostro ambasciatore a Mosca, incarico che lascerà alla fine di quest’anno.

Ecco, ambasciatore, lei ha introdotto il tema dell’Ucraina, dov’è cominciata la crisi dei rapporti con la Russia. Comunque si legga la successione degli avvenimenti, l’annessione della Crimea è stata una violazione del diritto internazionale, da cui sono poi nate le sanzioni dell’Occidente contro Mosca. Sarebbe stato possibile un altro atteggiamento?
«Intanto la Crimea non era il primo Paese che votava per la sua indipendenza in Europa. Ma occorre fare un passo indietro. Nessuno discute il diritto di un Paese sovrano di aderire o associarsi a una organizzazione internazionale, ma non c’è dubbio che il negoziato della Ue con l’Ucraina aveva forti motivazioni politiche: era evidente il tentativo di sottrarre Kiev all’influenza storica della Russia. Se questo era l’obiettivo, l’Ue ha fallito. Non bisognava sottovalutare i legami storici, economici e familiari tra Mosca e Kiev. Averlo fatto è stato un grave errore».


Le sanzioni erano evitabili?
«Mi limito a notare che storicamente le sanzioni difficilmente raggiungono l’obiettivo per il quale vengono imposte, in questo caso costringere Mosca a cambiare atteggiamento. Anzi, spesso come conseguenza la popolazione si stringe intorno al potere dominante. È successo anche in Russia».


Come si esce dalla crisi ucraina?
«Non è possibile pensare che l’Ucraina entri nella Nato, che poi è il punto focale. Se risolviamo questo problema, risolveremo tutto il resto. Piaccia o meno, è così. L’Ucraina può essere un Paese ponte tra Occidente e Russia, lo dice anche Henry Kissinger».


Ma è pensabile mettere sul piatto la fine delle sanzioni?
«Oggi l’Europa è un po’ prigioniera, gli accordi di Minsk sono l’unico terreno su cui ci si muove, le situazioni sul terreno restano ambigue. Credo che l’Europa potrebbe dare segnali chiari a entrambe le parti che lo stallo non è più accettabile: per esempio dovremmo valutare un rinnovo trimestrale invece che semestrale delle sanzioni. Ma il nodo di fondo, ripeto, rimane la Nato».


La Russia ha intenzioni aggressive in Europa orientale, come denunciano i Paesi baltici e la Polonia?
«Ogni Paese ha diverse percezioni della propria sicurezza, che spesso hanno un fondamento. Ma l’analisi deve essere realistica. La Russia ha una spesa militare dieci volte inferiore a quella degli Stati Uniti. Il Cremlino riconosce che i Paesi baltici sono cosa diversa dall’Ucraina, dà per scontata la loro appartenenza alla Nato. Non credo abbia interesse a minacciarne la sicurezza. Certo Mosca è diventata più assertiva negli ultimi anni, anche per uscire dall’isolamento. Ha smentito chi l’aveva definita una potenza regionale, diventando protagonista ineludibile nell’intero Medio Oriente e partner fondamentale nella lotta al terrorismo».


E l’Italia?
«L’Italia ha sempre sostenuto che una politica di isolamento internazionale della Russia sarebbe stata contro-producente. È una linea che abbiamo tenuto, pur rispettando e applicando tutte le decisioni prese insieme agli alleati nella Nato o la Ue. Il nostro canale con Mosca è sempre rimasto aperto anche ai massimi livelli, come dimostrano vertici e visite».


Cosa pensa dell’accusa ai russi di voler destabilizzare le elezioni nei Paesi occidentali attraverso la pirateria informatica?
«Mi sembra una sorpresa che un Paese fin qui considerato con capacità tecnologiche limitate possa improvvisamente influenzare i processi elettorali in Occidente. Non ho elementi per dire se questo sia accaduto o meno».


Quanto è stabile il potere di Vladimir Putin?
«Sondaggi attendibili danno un alto livello di consenso popolare per Putin e questo è dovuto al fatto di aver ridato ai russi stabilità, ordine, benessere e soprattutto orgoglio patriottico. I russi non vogliono rimpiombare nel caos e nell’insicurezza degli anni Novanta».