venerdì 31 marzo 2017


LA POLIZIA DI MOSCA METTE IN GUARDIA DAL PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE NON AUTORIZZATA DEL 2 APRILE

La Polizia di Mosca ha avvertito i cittadini a non prendere parte a una manifestazione non autorizzata sulla Piazza Rossa il 2 aprile, informazione diffusa sulle reti social.

"In relazione alla pervasiva diffusione via Internet dell’organizzazione di proteste nel centro di Mosca il 2 aprile la Polizia metropolitana ha osservato come nessuna richiesta per un evento di massa per questa data è stata inviata al sindaco" informa il servizio stampa del Ministero degli Affari Interni della Federazione Russa di Mosca. Inoltre i presunti organizzatori della manifestazione, ai quali viene attribuita questa iniziativa, rifiutano la partecipazione.

"A tale proposito la polizia ha avvertito che lo svolgimento di una tale manifestazione non è stata autorizzata dalle autorità e che prenderà ogni misura necessaria al contrasto per garantire la sicurezza dei residenti e dei visitatori" - sottolinea la polizia.


 

Colonnello dell’esercito ucraino ucciso da un’esplosione nel centro di Mariupol
La Procura generale dell’Ucraina qualifica l’esplosione dell’automobile dove si trovava il militare come attentato

KIEV, 31 marzo /TASS/. Il Colonnello dei Servizi di sicurezza ucraini (SBU) Aleksandr Chaberjuk è stato ucciso da un’esplosione venerdì nel centro cittadino di Mariupol. Informa il rappresentante della SBU Vasilij Grizak.

"Il Servizio di sicurezza dell'Ucraina farà di tutto per trovare e punire i colpevoli" nota il servizio stampa del dicastero. L'esplosione è avvenuta in una macchina nella quale si trovava il colonnello dell’intelligence. Non ci sono notizie circa altri feriti.

La squadra investigativa della SBU, la magistratura e la polizia è ora sulla scena dello scoppio. Si indaga sulle circostanze del crimine e si interrogano i testimoni. Ingegneri stanno lavorando per stabilire il tipo di dispositivo esplosivo utilizzato.

Il Procuratore generale dell'Ucraina (GPU) ha aperto un’indagine penale ai sensi degli articoli del Codice penale "attacco terroristico", cita l’agenzia di stampa-del servizio.

"Le informazioni sull’accaduto sono state iscritte nel registro unificato delle indagini preliminari ai sensi dell'articolo 258 del codice penale dell'Ucraina (" atto di terrorismo ")” viene detto in un comunicato.

mercoledì 29 marzo 2017

 
Ukaz del Presidente della Federazione Russa del 28 marzo 2017 №127 "Sulla modifica dell’Ukaz del Presidente della federazione Russa dell’8 luglio 2016 № 329 "Sulle dimensioni del contingente del personale delle Forze Armate della Federazione Russa"
 
1. Inserire nell’Ukaz del Presidente della Federazione Russa del 8 luglio 2016 № 329 "Sulle dimensioni del contingente del personale delle Forze Armate della Federazione Russa" (Raccolta della Legislazione della Federazione Russa, 2016, №28, pag. 4725) le modifiche, sostituendo il punto 1 nella seguente redazione:
"1. Stabilire il numero del personale delle Forze Armate della Federazione Russa:
a) dal 1 ° gennaio 2017 – nella quantità di 1.897.694 unità, di cui 1.013.628 militari;
b) dal 1 luglio, 2017 – nella quantità di 1.903.051 unità, di cui 1.013.628 militari"
2. Il presente Ukaz entra in vigore dal giorno della sua firma
 
Il Presidente della Federazione Russa V. Putin
 
 



DEPUTATO LETTONE SI RIFIUTA DI PRENDERE L’ASCENSORE PER FAR DISPETTO ALLA RUSSIA

MOSCA, 28 marzo – RIA Novosti Il deputato del Saeim lettone Imants Parādnieks ha deciso di abbandonare l'uso di ascensori al fine di "non aiutare l'economia russa", informa l'agenzia Sputnik Lettonia.

"Io non uso mai ed in nessun luogo gli ascensori per principio. Non faccio questo dal momento che l'uso degli ascensori alimenta l'economia russa, acquistando dalla Russia l'energia elettrica" ha detto il deputato.

Il deputato non ha specificato se egli rinuncia a tutti gli altri benefici della civiltà a dispetto di Mosca, per esempio il gas russo.

Parādnieks non è la prima volta che attira con la sua retorica l'attenzione dei media. In precedenza il deputato aveva espresso la sua indignazione per il fatto che nel centro della città c'è un caffè l’insegna "Leningrad" il - politico l’ha definito "un rutto comunista in cirillico in un paese libero".

Parādnieks è tra gli organizzatori della annuale marcia di veterani delle SS a Riga.

 


 

martedì 28 marzo 2017



«Con la Ue rapporti anomali

Ma Mosca è pronta a discutere»

Chizhov, ambasciatore russo presso l’Unione europea: «Le cosiddette sanzioni? Per noi sono illegittime. In Europa e Usa si sta diffondendo un’isteria di massa». «Quando la Nato torna alla Guerra fredda, non solo a parole, è un segnale politico a cui reagire»

di Francesca Basso, inviata a Bruxelles
 

«C’è un buon rapporto con l’Italia, percepiamo i sentimenti della gente. Apprezziamo l’input positivo che Roma dà alla politica europea». L’ambasciatore russo presso la Ue, Vladimir Chizhov, è un diplomatico di lungo corso. Nel 2002 ha negoziato la Dichiarazione di Roma che portò alla creazione del Consiglio Nato-Russia. E dal 2005 è a Bruxelles. Se gli Usa sembrano meno interessati alla vecchia Europa, Mosca resta invece un interlocutore obbligato. Ora i rapporti tra Ue e Russia stanno vivendo una stagione complessa. Da poco il Consiglio Ue ha rinnovato le sanzioni contro Mosca decise nel 2014 in seguito alla crisi ucraina dopo l’annessione della Crimea. Ma dopo cinque anni di indagini, Gazprom ha fatto pace con l’Antitrust Ue.
 

Cosa sta vivendo la Ue?

«Ha ragione il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, quando parla di “policrisi”: una crisi della Ue su più fronti. La storia dell’integrazione europea non è una linea dritta e un processo rapido, ma mai finora c’erano stati passi indietro. La Brexit è il primo vero precedente. È venuto a mancare, come ammesso da Bruxelles e dagli Stati membri, un legame adeguato tra le istituzioni, i governi e i cittadini. Anche se Mark Rutte riuscirà a formare un nuovo governo in Olanda, la storia del populismo europeo non è finita».

Il 25 marzo si celebrano i 60 anni dei Trattati di Roma. Cambieranno i rapporti Russia-Ue con un’Europa a più velocità?

«Quando Juncker ha presentato il suo Libro bianco con i cinque scenari era evidente quale avrebbe avuto più sostegno: un’Europa a più velocità, anche se ci sono Stati membri contrari perché probabilmente temono di essere lasciati alla periferia. Ma la Ue a più velocità è già una realtà che stiamo osservando: alcuni Paesi usano l’euro, gli altri no, alcuni sono nello spazio Schengen, gli altri no».

Ora come sono i rapporti? Le sanzioni sono state rinnovate.

«Su questo devo rispondere in modo più duro: i rapporti sono oggi anormali. Dopo molti anni di costruzione di una partnership strategica, attraverso lo sviluppo di un’architettura complessiva per la cooperazione, oggi assistiamo al congelamento da parte della Ue di molti di questi format istituzionali. Certo, è rimasto aperto il dialogo politico e su questioni pratiche dalla lotta al terrorismo, alla Siria, al cambiamento climatico. Ma questa cooperazione è stata declassata a livello di tecnici. Per tornare ad avere relazioni normali è necessario che ci sediamo a un tavolo e facciamo tutti un esercizio comune per individuare quali siano gli elementi di cooperazione realmente importanti. Noi abbiamo fatto la nostra parte».

Le sanzioni?

«Le cosiddette sanzioni: l’unica autorità internazionale che può imporre sanzioni è il Consiglio di sicurezza dell’Onu, il resto sono misure illegittime per definizione. Quindi non sono qualcosa di cui discutiamo con la Ue o che negoziamo, non chiediamo niente a nessuno. Siamo abbastanza pazienti per aspettare che si formi una massa critica e una volontà politica che spinga al cambiamento. Ogni volta che la Ue ne discute la revisione, alcuni Paesi tra cui l’Italia propongono l’abolizione, altri il rafforzamento. E la decisione viene rinviata».

La situazione in Ucraina resta però irrisolta.

«Il motivo alla base delle prime sanzioni nel 2014 era di produrre pressioni sulla Russia perché negoziasse con l’Ucraina, coinvolgendo i leader di Donbass, l’avvio di un processo politico. Pochi mesi dopo, nel febbraio 2015, fu siglato un accordo a Minsk. L’obiettivo era stato raggiunto quindi sarebbe stato logico togliere le sanzioni. Ma gli Usa e la Ue hanno detto no. È stato creato un legame artificiale tra le sanzioni e l’attuazione degli accordi di Minsk, che devono essere realizzati da Kiev e Donbass, le due parti in conflitto».

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha aperto alla fine delle sanzioni.

«Trump ha detto tante cose durante la campagna elettorale ma ora la situazione è diversa. La Nato non è più considerata obsoleta come detto inizialmente, le sanzioni sono in piedi».
 
Una Ue debole è più vantaggiosa per la Russia o per gli Stati Uniti?

«Non commento cosa sia buono o cattivo per gli Usa. Noi siamo per una Ue forte, che sia un polo importante in un mondo multipolare e un decision maker indipendente. Forse una Ue a più velocità sarà più efficace. Quando la Ue ha pianificato l’allargamento politicamente non abbiamo mai avuto illusioni: alcuni Paesi dell’Europa centrale e dell’Est volevano raggiungere la Ue e la Nato per allontanarsi dalla Russia. Però non si può cambiare la geografia».

Due anni fa, mentre la Ue negoziava il Ttip, nasceva l’Unione economica eurasiatica. Allora invitò Bruxelles ad aprire un dialogo con voi. L’opzione resta sul tavolo?

«Certamente siamo interessati a una collaborazione a più livelli, non solo commercio ma anche condivisione di standard e best practice».
 
Cosa si aspetta la Russia dalla Brexit?

«Per la Ue sarà un negoziato duro e avrà effetti anche sugli altri Paesi incluso il mio. Siamo aperti alle trattative con Londra che potranno cominciare solo dopo che sarà stata negoziata la Brexit».

La Svezia vuole ripristinare il servizio militare, «spaventata dalla Russia». Anche i Paesi Baltici e la Polonia lo sono. In ottobre la Nato ha deciso di inviare più truppe lungo il confine russo.

«La Russia non minaccia nessuno, ma questo è il segno di un’isteria di massa che si sta diffondendo in parte in Europa e negli Usa. È vero che nell’ultimo anno l’uso delle forze russe è stato spettacolare e lo si è visto in Siria. Ma non è qualcosa che faremmo contro la Svezia o i Paesi Baltici o la Polonia. Quando la Nato torna alla Guerra fredda, non solo a parole, di certo non cambiamo l’equilibrio della nostra strategia però è un segnale politico a cui dobbiamo reagire».

 

 

 

PAROLA DI ALEKSEJ NAVAL’NIJ

Sul GayPride:

“Vorrei suggerire alle autorità russe di adottare il formato del Gay Pride scelto a Gerusalemme. Per far si che nessuno, gay o non gay, venga ucciso, i gay potrebbero organizzare le loro stramberie chiusi uno stadio coperto. Questo permetterebbe ai cittadini indignati di esprimere la loro protesta con presidi fuori dallo stadio. Alla fine della manifestazione, i gay potrebbero essere riportati nelle rispettive abitazioni dalla polizia”.
 



 

 
 

lunedì 27 marzo 2017



Nel corso della manifestazione non autorizzata a Mosca sono state arrestate oltre 1.000 persone

Fra i fermati 46 minori consegnati ai genitori

Mosca, 27 marzo – INTERFAX.RU - Nel corso della manifestazione non autorizzata domenica a Mosca, secondo i dati aggiornati, negli uffici della polizia sono state portate 1.030 persone, tutti partecipanti alla manifestazione, informa "Interfax" una fonte vicina alle forze dell’ordine.
"Alcuni di loro sono già stati rilasciati, per gli altri inizierà la procedura per le violazioni amministrative", ha detto la fonte
Son stati individuati anche 46 minori, tutti rapidamente consegnati ai genitori, ha detto un'altra fonte. "Nei luoghi della manifestazione non autorizzata a Mosca sono stati individuati 46 minori, tutti subito consegnati ai rispettivi genitori,".
Oltre a ciò, domenica il servizio stampa della polizia della capitale ha riferito che durante le azioni non autorizzate circa 500 persone erano state arrestate nel centro di Mosca, avviando nei loro confronti le procedure per le sanzioni amministrative del caso.
 



La polizia respinge ogni responsabilità per le conseguenze della manifestazione del 26 marzo (*)

Le forze dell'ordine non saranno responsabili delle eventuali conseguenze negative a carico dei partecipanti alla manifestazione non autorizzata di Mosca del 26 marzo. Informa "Interfax


"In caso di inosservanza delle decisioni delle autorità le forze dell'ordine non saranno responsabili di ogni eventuale effetto negativo a carico dei partecipanti che non rispetteranno le disposizioni sui controlli antiterrorismo così come richiesto dalla legge" ha affermato il primo vice ministro dell'Interno Aleksandr Gorovoj.
Egli ha espresso la speranza che gli organizzatori siano consapevoli della loro responsabilità per la sicurezza nei confronti dei manifestanti
Nel frattempo la Procura ha nuovamente messo in guardia Alekseyj Navaln’nij ed i suoi collaboratori che la polizia sarà costretta a fermare la manifestazione non autorizzata, se questa avrà luogo.
L’Ufficio della Procura ha anche osservato come agli organizzatori della manifestazione siano stati avvisati.
Ricordiamo come i membri dell'opposizione il 20 marzo hanno presentato una richiesta di svolgimento di un evento pubblico sulla via Tverskaja. Dato che durante il fine settimana nel centro di Mosca vede un grande flusso di traffico e di gente, le autorità cittadine hanno offerto agli organizzatori altre due luoghi dove tenere la manifestazione - via strada Pererva (rajon Mar’ino) o il Parco "Sokol’niki". Tuttavia, gli organizzatori hanno rifiutato ogni luogo alternativo.
 

26 marzo 2017
 

(*) Comunicato precedente alla manifestazione



 

 

domenica 26 marzo 2017




La procura di Mosca diffida gli organizzatori ed i partecipanti alla manifestazione non autorizzata del 26 marzo p.v. in violazione della legge

I rappresentanti del «Partito del progresso» diffondono appelli a partecipare ad eventi pubblici in forma di corteo e comizio in via Tverskaja il prossimo 26 marzo 2017. Il governo di Mosca azione non concordando con gli organizzatori, ha proposto luoghi alternativi personalmente rifiutati dagli organizzatori.

Si avverte che qualsiasi tentativo di tenere l'evento non autorizzato è una violazione della legge.

Le forze dell'ordine saranno costrette a prendere tutte le misure necessarie per prevenire la provocazione, i disordini di massa ed ogni azione porterà ad una violazione della pubblica sicurezza, creano le condizioni per una minaccia alla vita ed alla salute dei cittadini.

Al fine di prevenire ogni eventuale violazione di legge, l'Ufficio del Procuratore del Distretto Amministrativo Centrale (della città di Mosca ndT) ha formalmente inviato un avviso agli organizzatori dell’evento pubblico Aleksej Naval’nij, Ivan Zhdanov, Evgenij Zamjatin, Vjacheslav Gimadi e Aleksandr Pomazuev


24 marzo 2017









Zjuganov spiega perché ‘Occidente odia la Russia 


Podzhectveno (Regione di Mosca), 25 marzo – RIA Novosti. Il leadr del Partito Comunista russa – KPRF – Gennadij Zjuganov intravede le origini dell'odio dell'Europa nei confronti della Russia nello scisma del cristianesimo nel secolo XI.

"In Europa l'odio verso la Russia esiste da secoli e le sue origini ideologiche vanno ricercate nello scisma fra la cristianità cattolica e la chiesa ortodossa russa" - ha detto Zjuganov parlando al plenum del Partito Comunista dedicato alla lotta contro l’antisovietismo e la russofobia.

In precedenza, parlando dell’imminente plenum, il leader comunista aveva invitato a "dare battaglia a tutti i russofobi ed antisovietici che escono da tutti i buchi". A suo avviso proprio la russofobia e l’antisovietismo hanno causato il crollo dell'Unione Sovietica.

Nel progetto di risoluzione del plenum si afferma che l’antisovietismo e la russofobia sono ampiamente usati dalle "forze antinazionali" e questo porta al collasso dell'economia e alla distruzione del sistema dell’istruzione pubblica, ma è anche "una minaccia diretta" alla Russia.

"L'uscita dalla crisi deve avvenire facendo ritornare il paese su un percorso di costruzione di una società giusta ed equa. Il nostro principio: "Il Cammino della Russia - avanti, verso il socialismo!" viene affermato nel documento.