giovedì 13 luglio 2017

IMPUGNATA LA SENTENZA DELLA CEDU SU BESLAN




Il Ministero della Giustizia della Federazione Russa ha impugnato la decisione della Corte europea dei Diritti dell'Uomo su Beslan

In precedenza la Corte aveva condannato la Russia a risarcire le vittime e i feriti dell’attentato terroristico con oltre 3 milioni di Euro


MOSCA, 13 luglio /TASS/. Il Rappresentante della Federazione Russa presso la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU) ha impugnato la sentenza del Tribunale che ha condannato la Russia a risarcire le vittime ed i feriti della strage di Beslan con oltre 3 milioni. Questo informa il Ministero della Giustizia della federazione RUSSA.

"Il ricorso delle autorità russe alla Grande camera si basa sulle evidenti contraddizioni individuate riguardo la giurisprudenza consolidata in simili circostanze nei confronti di altri paesi del Consiglio d'Europa, il che può essere considerato come applicazione esplicita, nei confronti della Russia, di un doppio standard di valutazione della Corte di Giustizia europea in merito all'efficacia della pianificazione e del controllo delle operazioni di soccorso, nonché sull'uso del potere personale delle forze speciali nel corso dell’operazione antiterrorismo e della liberazione degli ostaggi" si legge in un comunicato del Ministero della Giustizia inviato alla TASS.

Numerose contraddizioni

Il Ministero ha portato ad esempio la Sentenza sul caso "Armani da Silva contro il Regno Unito" del 2016, quando la Grande camera della CEDU ha usato un approccio completamente diverso nelle conclusioni del caso. In particolare, dopo i tragici attentati del 7 luglio 2005 alla metropolitana di Londra, e l’individuazione degli ordigni esplosivi del 21 luglio 2005 nella metropolitana e sugli autobus a Londra, gli organi di polizia durante il blitz non programmato avevano sparato 11 colpi di arma da fuoco contro il cittadino del Brasile Jean Charles de Menezes in un vagone della metropolitana, sospettato di coinvolgimento negli attacchi terroristici. Successivamente il suo coinvolgimento non era stato confermato. "Con ciò e considerando che nessuno dei poliziotti non fu ritenuto né penalmente né disciplinarmente responsabile, la Grande camera non ha risocntrato alcuna violazione dell'art 2 della Convenzione né riguardo alla pianificazione che dell’intervento ed in parte sotto l’aspetto dell'efficacia delle indagini", nota il Ministero della Giustizia.

Sulla base di un'analisi comparativa delle sentenze della CEDU, in relazione al caso inglese, per il caso "Tagaeva ed altri contro la Federazione Russa" le autorità russe hanno evidenziato alla Corte Europea una serie di altre palesi contraddizioni, tra le principali riferite ingiustificato dei servizi segreti russi che apparentemente non avrebbero appurato nei locali della scuola l’assenza di ostaggi prima dell’uso di armi pesanti contro i terroristi. "Le autorità russe sono state costrette a richiamare l'attenzione della Corte di giustizia Europea sul fatto che le loro conclusioni sull'approvazione delle scelte delle forze di polizia britanniche nell’uso delle armi contro un civile sulla base delle loro convinzioni soggettive, cioè che fosse un terrorista-suicida, nonostante la totale assenza di giustificazione su simili sospetti" ha sottolineato il Ministero della Giustizia.

Nella nota si afferma che particolare attenzione le autorità della Federazione Russa hanno posto nella confutazione delle conclusioni della Prima Istanza della CEDU sul fatto che la legislazione nazionale dovrebbe riportare una descrizione dettagliata dei soccorsi e delle operazioni di antiterrorismo, indicando metodi e tipi di armi, che dovrebbe valere in ogni caso. "E' evidente che la sentenza testimonia la mancanza di comprensione della Magistratura sulle caratteristiche prevalenti, nel mondo moderno, nelle situazioni di opposizione degli Stati europei alle minacce poste dal terrorismo internazionale, così come le specifiche attività di anti-terrorismo e le caratteristiche delle operazioni antiterrorismo" spiega il Ministero della Giustizia.

Il Ministero ritiene che la valutazione dei tali tragici eventi, che ultimamente sono all'ordine del giorno nei paesi europei, non consideri che i terroristi ignorano qualsiasi procedura democratica, non considerino alcuna norma della morale e del diritto, rifiutino ogni possibilità di un civile dibattito. "Le motivazioni della CEDU sulla necessità di garantire procedure di risoluzione delle situazioni di crisi inevitabilmente contribuiranno a migliorare l'efficienza di progettazione ed esecuzione degli atti terroristici e creeranno ai servizi segreti evidenti ostacoli nella loro azione di repressione" ha spiegato in dicastero.

Le autorità della Federazione Russa hanno attirato l'attenzione della Corte sul fatto che in diversi paesi d'Europa, quando nelle mani di poche persone ed in alcuni casi anche non armate viene detenuto un piccolo numero di ostaggi, lo Stato spesso non è in grado né di prevenire la cattura degli ostaggi, né evitare che le situazioni di crisi si concludano senza vittime. "In relazione a ciò alla Corte Europea è stata comunicata da parte russa ogni circostanza e ogni fase dell'operazione di liberazione degli ostaggi, nel corso della quale dinnanzi alle autorità nazionali e alle forze dell'ordine sono sorti problemi dalla complessità senza precedenti nella loro attività", - ha sottolineato il Ministero russo.

"Sulla base delle suddette argomentazioni e considerando il numero di attentati terroristici nei paesi del Consiglio d'Europa, le autorità della Federazione Russa ha invitato la Corte a rivedere le sue conclusioni e a prendere intelligenti e informate soluzioni che consentano alle autorità nazionali di tutti i paesi del Consiglio d'Europa di contrastare efficacemente la minaccia terroristica e di fornire una protezione della vita e della salute dei cittadini", ha concluso il Ministero.

In precedenza circa il fatto che il dicastero abbia appellato la sentenza della Corte, l’avvocato Sergej Knjaz’kin, che rappresenta gli interessi di alcune delle vittime, ha detto. "Abbiamo ricevuto notifica del fatto che il Ministero della Giustizia ha presentato ricorso avverso la decisione della CEDU e chiede di rivedere il caso alla Grande camera".
Come ha spiegato il difensore, ora la Corte dovrà prendere in considerazione il ricorso ed in caso di presenza di adeguate motivazioni, il caso sarà trasmesso alla Grande camera della corte Europea per la revisione. "La grande camera esamina i ricorsi, se vi sono gravi lacune giuridiche nella sentenza. Non ne vedo, quindi non credo che la sentenza sarà riesaminata", ha concluso Knjaz’kin .

L'attentato e la sentenza della CEDU

Il 13 aprile la Corte europea ha condannato la Russia a risarcire i ricorrenti vittime dell’attacco terroristico di Beslan per una soma pari a 3 milioni di Euro. Nella causa vi sono 409 ricorrenti, tra cui i membri delle famiglie delle vittime avute seguito della cattura degli ostaggi e il conseguente assalto nella scuola di Beslan, nonché persone ex ostaggio e feriti.
Il gruppo di terroristi, oltre 30 persone, aveva preso in ostaggio la Scuola numero 1 di Beslan la mattina del 1° settembre 2004 durante la festa dell’apertura dell’Anno scolastico. I terroristi avevano rinchiuso nella  palestra della scuola più di mille ostaggi, compresi i bambini. Gli ostaggio erano stati costretti con la forza a vivere negli angusti locali della scuola tre giorni, senza acqua e cibo. L'operazione per liberare gli ostaggi è iniziata il 3 settembre (2004 ndt).

Le conseguenze della tragedia enumerano 334 vittime, tra cui 318 ostaggi - di cui 186 bambini. Sono rimasti uccisi anche 10 agenti delle Forze di sicurezza in tenuta antisommossa, due dipendenti del Ministero delle Situazioni di Emergenza e 15 poliziotti. Rimasero feriti 810 ostaggi ed agenti delle forze speciali, di polizia e militari


Подробнее на ТАСС:
http://tass.ru/politika/4412024

Nessun commento:

Posta un commento