venerdì 15 marzo 2013



Case famiglia: ragazzi abbandonati dallo Stato al compimento dei 18 anni

Le case famiglia sono quasi tutte finanziate dallo Stato. Poi con il raggiungimento della maggiore età dei ragazzi ospitati, lo Stato termina il suo intervento. Un investimento enorme che rischia di andare perso - Luca Chianca

Sono circa 15mila i minori ospitati in strutture residenziali. La maggior parte sono bambini nati in famiglie con gravi difficoltà economiche e sociali. Le comunità di accoglienza, spesso, diventano l'unica soluzione per dare una possibilità ai ragazzi di costruirsi un futuro.
Le case famiglia sono quasi tutte finanziate dallo Stato e il costo giornaliero per ogni intervento, come ci dice Andrea Cippone dell'associazione Terra dei piccoli Onlus, è di circa 100 euro che in media fanno 250mila euro a ragazzo fino al compimento del diciottesimo anno. Poi, con la maggiore età, lo Stato termina il suo intervento. Un investimento enorme che rischia di andare perso, fallendo nel raggiungimento degli obiettivi previsti: la tutela del disagio, il compimento del percorso formativo e l'avviamento al lavoro.
In Italia la percentuale dei ragazzi provenienti dai ceti più disagiati che riescono a laurearsi è tra le più basse d'Europa. Il nostro paese è agli ultimi posti nella classifica dei paesi Ocse per la povertà infantile. Il tasso di disoccupazione fra le giovani generazioni è ormai enorme, ma ad essere particolarmente penalizzati sono proprio i giovani, in età lavorativa, cresciuti fuori dalla famiglia.
A marzo dello scorso anno alcuni senatori avevano presentato un disegno di legge per armonizzare il passaggio dalle case famiglia al mondo del lavoro prevedendo degli sgravi fiscali al datore di lavoro per assumere ragazzi provenienti da comunità di tipo familiare. A fine novembre era stato assegnato in commissione lavoro e previdenza sociale, ma lì si è bloccato perché nessuno l'ha mai discusso.

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